nedelja, 24. avgust 2008

I RIGASSIFICATORI NEL GOLF ODI TRIESTE O COME UCIDERE 3000 AMERICANI CON UN COLPO SOLO (300.000 ALTRE VITTIME SONO IL DANNO COLLATERALE)



Sono l'unico dalla costa SE del golf odi Trieste che abbia mandato alle autorita' italiane le osservazioni sui rigassificatori nella parte loro del golfo nel periodo della valutazione pubblica dell'impatto ambientale

(vedi: http://www.slovensko-morje.net/?page=news&view_news=3651.%2010.03.2006 ).

Nell'ambito del nuovo giudizio posso osservare, che non sono presentate le soluzioni dei problemi che hanno causato la bocciatura dei progetti da parte degli scienziati e delle comunita' locali. Se nella prima valutazione era »comprensibile«, che l'investitore abbia »provato« di fare passare la tecnologia meno costosa, per l'ambinte e condizioni socio-economiche disastrosa, sorprende, (1) che nell'attuale documentazione, »benedetta dal governo italiano, ci sonno solo dei »ritochi decorativi« malgrado i consigli del gruppo di esperti per migliorare il funzionamento, per non causare almeno alcuni danni e (2) le voci sempre piu' insistenti d'una struttura simile all'altro lato del golfo.

»Ignorero'« quelle conseguenze negative degli interventi sulla natura e condizioni socio-economiche, che sarebbere tecnicamente risolvibile, come e' la simbiosi coll'inceneritore per riscaldare il gas a Zaule, e mi soffermo su quelle insolubili nel senso dello sviluppo in concordia con la natura:
-durante la costruzione e il lavoro si alzeranno le nubi di limo velenoso dal fondo del mare che saranno trascinate dalle correnti per danneggiare le alghe altri esseri viventi e l'economia legato a cio' (pesca, maricultura, ristoranti…), il che non e' in concordia con la convenzione di Barcellona, soppratutto perche' ci sono tre riserve marine nella parte SE del golfo.
-la nuova posizione del rigassificatore in mare migliora l'impatto visivo da Trieste ma lo peggiora dalle zone turistiche di Grado e Pirano

(vedi: http://www.jospdtrst.org/docs/20080625KR/img3.html).

-nel testo sono menzionate le norme di sicurezza rispettate nella progettazione, trane quelle che non si possono adempiere, una di queste e' la direttiva Seveso

(vedi: http://mahbsrv.jrc.it/downloads-pdf/Seveso2-LEG-IT.pdf),

con la quale si vuole prevenire l'efetto domino degli incidenti. A meno di 4 km dal pianificato rigassificatore a Zaule si trovano le cisterne per il petrolio. Come era dopo l'atentato, non riuscioto come pianaificato, circa 35 anni fa, lo vediamo sulle foto mandate da Vladimir Drobnjak. Nel golfo di tipo rias, urbanizzato, con le colline attorno e probabilmente impossibile garantire la sicurezza nonostante la militarizzazione della zona. Le comunita' locali e le ditte turistiche stanno raccogliendo i frutti degli sforzi per includere i porti di Trieste e Capodistria nei programmi delle vacanze sulle crociere…veranno ancora gli ospiti americani sapendo, che per loro potrebbe essere fatele gia' uno sparo! Un loro grande numero e le strutture non protette sono la calamite per i potenziali terroristi. La vulnerabilita' si vede dalla foto »port tanks«, cisterne con i prodotti chimici, alla fine del molo del porto capodistriano, publicata su:

http://www.panoramio.com/photo/1686771.

Anche l'incidente nel porto, che solo grazie alla »divina provvidenza« non ha causato la distruzione della citta' Capodistria non ha indotto le autorita' a sospendere i piani per un rigassificatore in questo porto. Di piu', alla fine del molo hanno costruito le cisterne per il cherosene. Solo 20 tonnelate di esso hanno causato »l'undici settembre«, qua si trovano a soli 1300 m dallo scalo passegeri 110.000 metri cubi di materiale infiammabile! I piani per l'isola artificiale nel golfo triestino e l'allargamento della centrale nucleare a Krško non succedono durante una notte..sorprende che gli Italiani non hanno reclamato l'innoservanza della convenzione Aarhus, la quale viene esposta dalle autorita' slovene contro i progetti italiani nel golfo.

Premettendo che servono i nuovi rigassificatori nell'Adriatico (il gas sarebbe esportato!) e che il golfo triestino e la posizione meno adatta delle possibili lungo i 8500 km di coste italiane, sarebbe da prevvedere che gli sforzi si concentrino verso le localizzazioni alternative come sono alla foce del Po o sulle paittaforme abbandonate a sud di Pola. Invece no!

Sono sicuro che queste cose lo sanno le autorita' da ambi due i lati della frontiera, percio' rimerebbe ai cittadini di:
-domandare pieta' ai possibili atentatori? Per adesso questo ha sucesso, e' stata trasmessa una lettera pubblica al capo dell'Al-Khaida

(vedi: http://www.slovensko-morje.net/index.php?page=news&view_news=6794. 26.09.2007).

-organizzare un referndum come la forma piu' democratica della decisione comune?
-chiedere allo segretario di stato sloveno, che cosa ha pensato dicendo: »..useremo TUTTI i mezzi contro..«?

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